Settembre 2021

La progressiva uscita dalla pandemia da Covid-19, la più pesante crisi dal secondo dopoguerra, a sua volta preceduta da una lunga serie di altre crisi – per citarne alcune: 11 settembre, crisi finanziarie 2008-2011, incremento dei fenomeni migratori, guerra all’ISIS, ritorno dei Talebani in Afghanistan – sta portando, tra le altre conseguenze, a spinte innovatrici in svariati settori: transizione verde, ripensamento dei modelli di welfare, innovazione nell’educazione e negli ambienti di lavoro etc.

L’impegno inaudito che l’UE ha deliberato per finanziare un gigantesco piano di rimessa a punto dei tanti aspetti delle politiche dei Paesi europei è un segno tangibile dell’urgenza con cui si sta cercando una transizione verso nuove modalità di affronto di tanti aspetti della vita dei cittadini europei. Al tempo stesso la pandemia ha in tanti casi aumentato divari fra regioni geografiche o fra fasce di popolazione e ha costretto tutti a riconsiderare convinzioni che sembravano acquisite per sempre.

In questo mare turbolento e difficilmente decifrabile che l’umanità sta attraversando con tante aspettative sul futuro miste a preoccupazioni, in Italia si voterà per il rinnovamento del consiglio comunale in più di mille comuni, alcuni molto grandi (Roma, Milano, Torino…). Anche Varese si sta approssimando a questa scadenza. Riandare a ciò che accadde 5 anni fa è significativo: oltre al fatto che per la prima volta la Città Giardino si diede come governo una compagine di centro-sinistra, fa pensare guardare ai numeri della partecipazione. Nel 2016 infatti andò a votare circa il 54% degli aventi diritto al primo turno e poco più del 50% al ballottaggio. Percentuali che non indicano certamente un interesse diffuso in città per la politica, neanche quando è così “prossima”. Le crisi e le difficoltà permanenti si accompagnano a un diffuso disinteresse o a una distanza fra cittadino e politica. E la politica ne fa le spese, venendo messa sul banco degli imputati, anche quando ha colpe limitate. In questa situazione possiamo guardare a questo nuovo appuntamento con cinismo o disinteresse, o cercare di recuperare uno sguardo umano, per riscoprire ciò che di interessante e decisivo si gioca nelle vicende politiche.

A partire da alcuni documenti che nascono dall’esperienza della Chiesa vi proponiamo, perciò, alcuni spunti di riflessione e domande aperte, come aiuto a reperire criteri adeguati anche alla scelta che si dovrà esercitare nel segreto della cabina.

Guarda il numero 19 di Zona Verde: